- LA GUERRA DEGLI DEI -
CAPITOLO
1
L’ALBA
DELLA GUERRA
Un tappeto scintillante di stelle si svolse sopra
le coste spumeggianti e le rocce porose delle isole greche, le abbracciò ad una
ad una e le cullò con il soffio rinfrescante dello zefiro.
Anche sul Monte Olimpo, la notte calma aveva
regalato la sua pace ed il suo silenzio, tranne che all’interno di una sala
circolare di pietra, dove le fiamme ardenti dei bracieri disegnavano ombre sinistre
sulle colonne di granito.Vi era riunito il Circolo Antico, il più
solenne collegio degli dei, i potentissimi figli di Crono che governano le
forze della natura, la vita e la morte. Zeus, il Signore della Folgore,
presiedeva il Circolo, in piedi, a capotavola, con indosso la sacra corona del
Padre degli Dei.Alla sua destra, vi era la potente e altera
regina dell’Olimpo, Era, la sua bella sposa dal carattere volubile come le
maree. Poco distante, colui che regna sulle maree stesse, Poseidone, armato con
il suo invincibile tridente, e, nascosto nell’ombra, lontano dal calore delle
fiamme, il più oscuro degli Olimpi, Ade, dio dei morti, i cui occhi scarlatti
scintillavano nel buio, le cui mani pallide accarezzavano la viscida pelle dei
tre serpenti che aveva portato con sé.“La situazione è molto grave, fratelli miei, mia
regina,” tuonò Zeus. “Esiste un dio… che vuole soggiogarci tutti… esiste un
dio… che vuole dominare ciascuno di noi… che non ha alcuna intenzione di
rimanere al suo posto, di governare solo sulla sua gente. No, egli vuole
estendere il suo dominio, vuole rafforzare il suo potere… e vuole schiacciare sotto
il suo tallone chiunque abbia il coraggio di opporsi ai suoi piani di
conquista…”“Chi è tanto stolto da sfidare gli dei che
dominano su tutto ciò che respira e su tutto ciò che è inanimato?” sibilò Ade. “Uccidilo con la tua folgore, fratello mio… Trafiggilo con le onde del tuo
tridente, Poseidone… e vi prometto che riserverò al suo spirito i tormenti
peggiori che il mio Tartaro è in grado di offrire…”“Come hai saputo tutto questo, Zeus?” chiese
Poseidone.“La scorsa notte, ho ricevuto la visita di
tre corvi. Mi hanno portato un messaggio… il loro signore, il loro dio mi ha
invitato ad abdicare al mio regno e a cedergli il trono… o avrebbe dipinto il
Monte Olimpo con il sangue dei suoi stessi dei…”“Quale impudenza!” replicò Poseidone.
“Rivelami il nome di questo cane…”“Non l’hai capito, fratello mio? Chi altri
può inviare i suoi corvi come messaggeri? Chi altri può essere tanto
ottenebrato dall’alcol da avere la tracotanza di sfidare gli dei Olimpi? Solo
il signore degli Aesir, il figlio di Bor… quello stolto di Odino…”“Odino, un litigioso ubriacone che puzza di
birra e piscio… Odino e i suoi Aesir, buoni solo a tirare pugni e scagliare asce…
Credevo si accontentassero di dominare i popoli nordici, in quelle terre tanto
schifose che il sole le abbandonate per cedere il posto ai ghiacci… Perché
vogliono attaccarci, ora?” chiese Poseidone.“Perché sono degli idioti, probabilmente…”
mormorò Ade. “Perché, come tu stesso hai evidenziato, il freddo del Nord deve
aver intirizzito e spento le loro menti già deboli.”“Gli Aesir sono potenti, fratelli miei… un
conflitto contro di loro non può essere sottovalutato,” esclamò Zeus, con voce
grave.“Cosa sentono le mie orecchie,” lo interrupe
Era, la superba, Era, l’impetuosa. “Zeus, padrone della Terra, re dell’Olimpo,
colui che conosce il segreto della folgore… Zeus trema di fronte alle vacue
minacce di un lercio alcolizzato, reso cieco dalle battaglie e stolto dalla
vecchiaia? Gli Olimpi possono tener testa agli Aesir cento volte ed umiliarli
altre cento. Se Odino vuole la guerra, Zeus dovrebbe elargirgli soltanto un
massacro senza pietà. Ogni singolo guerriero di Sparta, ogni valoroso di Atene
può trafiggere mille uomini del Nord…”“La regina ha ragione, fratello,” sibilò Ade.
“I mortali hanno paura di me, ma tu e gli altri dei potete radunarli e formare
un esercito invincibile. Gli Aesir cadranno sotto i tuoi sandali, Zeus… e Odino
bacerà il tuo scudo prima di esalare l’ultimo respiro.”Il signore degli Olimpi non parlò. Volse le
spalle al tavolo attorno al quale era radunato il Circolo Antico e si avvicinò alla porta di
legno del salone, tirando una cordicella rossa sulla sinistra.Una brezza scivolò all’interno della sala di
pietra, i presenti credettero di vedere un lampo scarlatto attraversare la
stanza da un capo all’altro. In un battito di ciglia, accanto a Zeus si stagliò
la figura alta e slanciata di un giovane dai lunghi capelli chiari, con il viso
aguzzo e gli occhi vivaci. Aveva due paia di piccole ali dorate che spuntavano
dalle sue caviglie.Zeus gli porse un rotolo di pergamena.“Ti affido questo messaggio da consegnare al
signore di Asgard, Ermes, mio fedele,” spiegò il signore degli dei. Il giovane
dalle lunghe gambe annuì. “Consegnalo a Odino in persona e soltanto a lui… Non
ti verrà fatto alcun male, poiché sei soltanto il latore di questo messaggio.”Ermes svanì in un baleno, incredibilmente
veloce, così com’era comparso.“Andate a riposare, fratelli miei, ma prima…
mandate a chiamare mio figlio, Ares… ho inviato la mia risposta a Odino…
Rifiuto le sue condizioni e gli dichiaro… guerra.”
***
Era in corso una grande e licenziosa festa,
nella splendente Asgard, quel giorno. I prodi guerrieri di Odino, gli
invincibili Aesir, avevano massacrato l’esercito dei Troll in rivolta e avevano
ricacciato i superstiti nelle loro lande desolate. Non volevano uccidere tutti
i Troll, qualcuno avrebbe dovuto rimanere in vita per poter offrire ai potenti
dei nordici l’occasione di ulteriori battaglie, che bramavano sopra ogni cosa.Da sette giorni e sette notti erano in corso
le celebrazioni per quella gloriosa vittoria, il vino scorreva a fiumi, i
cinghiali arrostivano e sfrigolavano sulle braci e le donne più belle del Regno
allietavano il tempo dei guerrieri.Soltanto uno degli Aesir non aveva preso
parte alla festa, Heimdallr, Heimdallr l’incrollabile, Heimdallr, colui al
quale nulla si può nascondere, colui che può udire i passi di una formica a
cento miglia di distanza, Heimdallr, il dio guardiano di Bifrost, il ponte
arcobaleno, che collega Asgard al mondo dei mortali.Nessuno può avvicinarsi alla dimora degli
Aesir senza che Heimdallr se ne accorga, nessuno può oltrepassare la sua
guardia. Non dorme mai e, se qualcuno provasse ad accedere ad Asgard nonostante
il divieto regale di Odino, assaggerebbe il filo dell’indistruttibile spada di
Heimdallr.Mentre i musici decantavano odi alle gesta di
Balder, che aveva ucciso il maggior numero di Troll, ed alle imprese di Thor,
che aveva decimato un’intera falange con un solo colpo di martello, Heimdallr
spalancò il pesantissimo portone dorato, massiccio perché forgiato dai nani con
il loro metallo incantato, e attraversò il salone a passi rapidi e decisi,
avvicinandosi al potente Odino.La musica cessò, le grida chiassose e le
risate terminarono all’istante, l’assemblea di dei si zittì. Nell’immenso
salone delle feste echeggiò soltanto il clangore metallico dell’armatura di
bronzo di Heimdallr.Il dio guardiano s’inginocchiò davanti al
Padre di tutti, Odino, che, sdraiato sul suo trono, si limitò a guardarlo con
aria interrogativa.“Potente Odino, un messo degli dei Olimpi
insiste per consegnarti un rotolo di pergamena, messaggio di Zeus. Ho chiesto
di avere la pergamena, ma mi ha risposto che la consegnerà soltanto a te in
persona. L’ho interrogato sul contenuto del messaggio, ma egli ne è completamente
all’oscuro.”“Fallo entrare,” bofonchiò Odino,
svogliatamente.
In un lampo, Ermes sfrecciò all’interno del salone, lo attraversò e si fermò accanto ad Heimdallr. Il vento sfrigolava attorno a lui, la sua velocità avrebbe potuto incendiare l’aria stessa.Odino si erse in piedi, era molto anziano ma sembrava ugualmente un gigante, sembrava invincibile. I suoi tre corvi si appollaiarono sul suo braccio sinistro, mentre il dio, con la mano destra, sicura all’interno del guanto d’acciaio della sua armatura argentea, afferrò il rotolo di pergamena dalla mano esile e perfetta di Ermes.Scorse rapidamente il messaggio con il suo unico occhio sano e sul suo volto si dipinse rapidamente una buia espressione di collera. Digrignò i denti, nascosti dalla folta barba grigia, mentre le gote diventarono rosse come l’inferno di Muspelheim, per la rabbia che montava nel suo cuore e gli offuscava la mente.“Uccidetelo,” bestemmiò, puntando il dito contro Ermes.Senza perdere un istante, il messaggero degli Olimpi sfrecciò verso il portone della sala. Doveva mettersi in salvo, temeva per la sua vita, sapeva che gli Aesir lo avrebbero squartato.A poche frazioni di secondo dal portone, un fulmine travolse Ermes e lo scaraventò di nuovo al centro della sala. Thor avanzò lentamente verso di lui, brandendo il suo leggendario Mjolnir, il martello incantato, con l’aggressività di un orso delle caverne.Gli altri guerrieri di Odino lo accerchiarono in fretta. Ermes, che respirava a fatica, sdraiato sul freddo pavimento di marmo, quando, all’improvviso, Heimdallr che vede tutto gridò.“Intrusi ad Asgard!”Non fece in tempo a concludere il suo allarme, che un poderoso guerriero in armatura dorata, con l’elmo da oplita che gli copriva il volto, balzò al centro degli Aesir, roteando una pesante ascia di bronzo. Era Ares, dio della guerra sul Monte Olimpo. Poco lontano da lui, Ercole, il figlio prediletto di Zeus, sollevò con facilità due guerrieri nordici e li scaraventò a terra, spezzando loro la schiena.“Da dove sono arrivati?” gridò Balder, l’onesto. “Come mai sono sfuggiti al tuo sguardo, Heimdallr?”“Erano protetti da un manto di invisibilità e, così, hanno attraversato Bifrost senza che io me ne accorgessi,” rispose il dio guardiano.Ares afferrò saldamente il messaggero degli Olimpi tra le sue mani robuste come pietre. “Nemesis, portaci da mio padre.”Una bellissima, inquietante dea dalla pelle bianca e dai capelli corvini scoccò tre frecce da un arco viola, una sfiorò Ares, che teneva Ermes tra le braccia, la seconda sfiorò Ercole, che si agitava contro gli Aesir nella sua minacciosa pelle di leone, la terza roteò nell’aria e sfiorò la dea stessa. Immediatamente, gli Olimpi svanirono nel nulla, così com’erano comparsi.“Cani bastardi,” gridò Thor. “Sono scappati come vigliacchi.”“Hanno recuperato il loro compagno,” esclamò il prode Balder. “Ci hanno colti di sorpresa.”“Avrete altre occasioni per dare battaglia agli Olimpi, figli miei,” bisbigliò il Padre di tutti, eppure la sua voce tuonò nella sala con la potenza di un temporale. “Ci attende la più gloriosa e memorabile contesa che gli Aesir abbiano mai affrontato… Zeus, signore degli Olimpi, ha sfidato la mia forza, intimandomi a consegnare a lui la corona e il dominio che ho sul mio regno. Non ho mai avanzato pretese sui territori di Zeus, ho sempre rispettato la sua autorità, ma la stoltezza di quel cane rognoso è immensa come la sua abnorme pancia. La follia deve aver preso possesso della sua mente. In ogni caso, questo messaggio é un’offesa che va lavata con il sangue suo e dei suoi figli. Se Zeus non è in grado di stare al suo posto, allora non avrà più nemmeno un posto dove stare. Aesir,” gridò, “in guerra!”Mille braccia, all’interno del salone, si sollevarono verso l’alto, mille tronchi di quercia, mille voci gridarono all’unisono, infiammate dall’orgoglio e dalla frenesia della battaglia imminente. I musici ripresero a suonare, il vino a scorrere nei calici cinguettanti, la celebrazione ricominciò ma, questa volta, non per festeggiare una vittoria già ottenuta, bensì per propiziare quella successiva.
In un lampo, Ermes sfrecciò all’interno del salone, lo attraversò e si fermò accanto ad Heimdallr. Il vento sfrigolava attorno a lui, la sua velocità avrebbe potuto incendiare l’aria stessa.Odino si erse in piedi, era molto anziano ma sembrava ugualmente un gigante, sembrava invincibile. I suoi tre corvi si appollaiarono sul suo braccio sinistro, mentre il dio, con la mano destra, sicura all’interno del guanto d’acciaio della sua armatura argentea, afferrò il rotolo di pergamena dalla mano esile e perfetta di Ermes.Scorse rapidamente il messaggio con il suo unico occhio sano e sul suo volto si dipinse rapidamente una buia espressione di collera. Digrignò i denti, nascosti dalla folta barba grigia, mentre le gote diventarono rosse come l’inferno di Muspelheim, per la rabbia che montava nel suo cuore e gli offuscava la mente.“Uccidetelo,” bestemmiò, puntando il dito contro Ermes.Senza perdere un istante, il messaggero degli Olimpi sfrecciò verso il portone della sala. Doveva mettersi in salvo, temeva per la sua vita, sapeva che gli Aesir lo avrebbero squartato.A poche frazioni di secondo dal portone, un fulmine travolse Ermes e lo scaraventò di nuovo al centro della sala. Thor avanzò lentamente verso di lui, brandendo il suo leggendario Mjolnir, il martello incantato, con l’aggressività di un orso delle caverne.Gli altri guerrieri di Odino lo accerchiarono in fretta. Ermes, che respirava a fatica, sdraiato sul freddo pavimento di marmo, quando, all’improvviso, Heimdallr che vede tutto gridò.“Intrusi ad Asgard!”Non fece in tempo a concludere il suo allarme, che un poderoso guerriero in armatura dorata, con l’elmo da oplita che gli copriva il volto, balzò al centro degli Aesir, roteando una pesante ascia di bronzo. Era Ares, dio della guerra sul Monte Olimpo. Poco lontano da lui, Ercole, il figlio prediletto di Zeus, sollevò con facilità due guerrieri nordici e li scaraventò a terra, spezzando loro la schiena.“Da dove sono arrivati?” gridò Balder, l’onesto. “Come mai sono sfuggiti al tuo sguardo, Heimdallr?”“Erano protetti da un manto di invisibilità e, così, hanno attraversato Bifrost senza che io me ne accorgessi,” rispose il dio guardiano.Ares afferrò saldamente il messaggero degli Olimpi tra le sue mani robuste come pietre. “Nemesis, portaci da mio padre.”Una bellissima, inquietante dea dalla pelle bianca e dai capelli corvini scoccò tre frecce da un arco viola, una sfiorò Ares, che teneva Ermes tra le braccia, la seconda sfiorò Ercole, che si agitava contro gli Aesir nella sua minacciosa pelle di leone, la terza roteò nell’aria e sfiorò la dea stessa. Immediatamente, gli Olimpi svanirono nel nulla, così com’erano comparsi.“Cani bastardi,” gridò Thor. “Sono scappati come vigliacchi.”“Hanno recuperato il loro compagno,” esclamò il prode Balder. “Ci hanno colti di sorpresa.”“Avrete altre occasioni per dare battaglia agli Olimpi, figli miei,” bisbigliò il Padre di tutti, eppure la sua voce tuonò nella sala con la potenza di un temporale. “Ci attende la più gloriosa e memorabile contesa che gli Aesir abbiano mai affrontato… Zeus, signore degli Olimpi, ha sfidato la mia forza, intimandomi a consegnare a lui la corona e il dominio che ho sul mio regno. Non ho mai avanzato pretese sui territori di Zeus, ho sempre rispettato la sua autorità, ma la stoltezza di quel cane rognoso è immensa come la sua abnorme pancia. La follia deve aver preso possesso della sua mente. In ogni caso, questo messaggio é un’offesa che va lavata con il sangue suo e dei suoi figli. Se Zeus non è in grado di stare al suo posto, allora non avrà più nemmeno un posto dove stare. Aesir,” gridò, “in guerra!”Mille braccia, all’interno del salone, si sollevarono verso l’alto, mille tronchi di quercia, mille voci gridarono all’unisono, infiammate dall’orgoglio e dalla frenesia della battaglia imminente. I musici ripresero a suonare, il vino a scorrere nei calici cinguettanti, la celebrazione ricominciò ma, questa volta, non per festeggiare una vittoria già ottenuta, bensì per propiziare quella successiva.
***
Un vento caldo sollevò la sabbia del deserto e,
con essa, la memoria di centinaia di carovane, guerrieri e schiavi che erano
caduti fra le dune. Un gruppo di uomini anziani, avvolti in ampi mantelli neri
che lasciavano intravedere soltanto gli occhi, si portò fino alla soglia
d’ingresso di un piccolo tempio di pietra, piuttosto scialbo, malamente
insignificante, eppure stranamente sinistro.“Il messaggero degli Olimpi ha consegnato a
Odino il messaggio che tu gli hai affidato, mio signore,” bisbigliò uno degli
incappucciati.“Bene… bene…” rispose una voce roca, un
ringhio, quasi un latrato, dall’interno del tempio. “Il seme della guerra è
stato gettato. Non soltanto Odino è in grado di dare ordini ai corvi. Ho
mandato i miei a consegnare a Zeus una falsa dichiarazione di guerra da parte
degli Aesir del Nord, poi ho intercettato Ermes, in corsa sulla strada verso
Asgard e, grazie alla mia ipnosi, l’ho posto in uno stato di trance e ho
sostituito il messaggio di Zeus per Odino con un’altra dichiarazione di guerra
da parte degli dei Olimpi…”La figura alta e massiccia di un uomo avanzò
dall’interno del tempio alle ombre notturne che si estendevano all’esterno.“E’ un piano geniale, mio signore…” biascicò
uno degli uomini in nero.“Zitto, leccapiedi,” ringhiò l’uomo,
avvicinandosi, un po’ ricurvo, al fascio di luce gettato dalla luna piena. Così
facendo, espose agli occhi dei suoi servi il suo volto diabolico, il muso
terrificante di uno sciacallo nero, l’iride rosso come il sangue ancora caldo
che sgorga dal corpo trafitto da una spada.“Gli Olimpi e gli Aesir si daranno battaglia
a vicenda, si uccideranno a vicenda, molti cadranno e pochi saranno i
sopravvissuti… Gli Olimpi attaccheranno Asgard, che crollerà dalle fondamenta,
oppure sarà il Monte Olimpo a frantumarsi sotto i colpi degli dei nordici… Sarà
un massacro in ogni caso, sarà la fine del mondo e, una volta conclusa la
guerra, quando i superstiti saranno troppo deboli e atterriti per accorgersi
del mio inganno… io uscirò finalmente dalle tenebre e conquisterò i loro regni.
Gli Olimpi e gli Aesir diventeranno tristi reliquie del passato e i loro
sudditi renderanno omaggio solo ad Anubi, il dio egizio della morte…”
- WAR OF GODS -
Chapter 1
BEGINNING OF THE WAR
Chapter 1
BEGINNING OF THE WAR
A glittering
carpet of stars unwound over the frothing costs and the porous rocks of the
Greek islands, embraced them one by one and lulled them with the refreshing
zephyr breeze.
Even upon Mount
Olympus, the still night donated her peace and silence to every sleeping
creature, except for interior of a circular hall of stone, where the burning
flames of the braziers drew sinister shadows on the granite columns.The Ancient
Circle was in there, the most solemn college of immortal gods, the mighty sons
of Cronus, who rule the elements of nature, the life and death. Zeus, Master of
Thunderbolt, presided over the Circle, standing upright, at the head of the
table, wearing the sacred crown of the Father of All Gods.On his right
side, there was the powerful and haughty queen of Olympus, Hera, her beautiful
bride, with her temperament changeable as the tides. Not so distant, the one
who rules over the tides themselves, Poseidon, armed with his invincible
trident, and, hidden by shadows, well away from the heat of the flames, the
darkest of the Olympians, Hades, god of decedents, whose scarlet eyes sparkled
in the dark, whose pale hands brushed the slimy skin of three sinister snakes,
he had brought with him.“This is an
extremely hard situation, my brothers, my queen,” Zeus thundered. “Here it
comes a god… who wants to enslave us all… Here it comes a god… who wants to
rule us all… who has no intention to linger in his kingdom, to preside over his
people only. No, he wants to extend his supremacy, he wants to strengthen his
power… and he wants to squash under his heel everyone who dares enough to stand
proudly against his plans of conquest.”“Who’s so unwise
to challenge the gods that dominate over everything that breathes and
everything which is inanimate?” Hades hissed. “Kill him with your lightning
bolt, my brother… pierce him with the breaker of your thunder, Poseidon… and I
promise you I’ll set aside the worst torments that my Tartarus can afford to that
soul…”“How did you
come to know all this, Zeus?” Poseidon asked.“Last night, I
received the visit of three ravens. They brought to me a message… their lord,
their god invited me to abdicate to my dominion and to cede him my throne… or
he would have tinged Mount Olympus with the blood of its own gods…”“What an
impudence!” Poseidon replied. “Reveal the name of this dog-faced rash to me…”“Didn’t you
realize it, my brother? Who else could send his ravens as messengers? Who else
could be so obscured by his drinking habit to have such an arrogance to
challenge the Olympian Gods? The Lord of Aesir and no one else, the son of
Borr… that unwise fool named Odin…”“Odin, a
pugnacious drunkard who smells of beer and urine… Odin and his Aesir, good for
nothing except throwing punches and flingin’ axes… I was sure they were
satisfied to rule over Norse people, over those lands so disgusting that the
sun itself left them to make place to glaciers… Why do they want to attack us,
now?” Poseidon asked.“Probably,
because they’re fool...” Hades murmured. “Because, as you explained, the cold
northern wind should have frozen and numbed their already weak minds.”“Aesir are
powerful, my brothers… a conflict against them should not be underrated,” Zeus
exclaimed, with a grave voice.“What kind of
words my ears are hearing, “ Hera, the arrogant, Hera, the proud goddess
interrupted his husband’s speech. “Zeus, lord of the earth, king of Olympus,
the one who possess the secret of lightning bolts… Is Zeus shuddering at the
empty menace of a sleazy boozer, made blind by his battles and stupid by his
old age? Olympians could handle all Aesir a thousand times, and humiliate them
another thousand. If Odin desires war, Zeus should lavish him a merciless
slaughter only. Every single Spartan warrior, every hero in Athens could pierce
a thousand Norse men…”“Our queen is
right, my brother,” Hades hissed. “Mortal men fear me, but you and the other
gods could assemble them and gather an invincible army. Aesir will fall under
your sandals, Zeus… and Odin will kiss your shield before to breathe his last
breath.”Lord of
Olympians didn’t say anything. He turned his shoulders to the table where the
Ancient Circle was gathered and moved towards the wooden door of the huge hall,
pulling a red lanyard on his left.A breeze slid
inside the hall of stone, it seemed to the participants to see a scarlet flash
crossing the room from side to side. In the blink of an eye, the tall, slender
figure of a young, blonde guy, with his sharp face and his lively gaze, stood
out beside Zeus. He had two pairs of small golden wings, springing from his
ankles.Zeus gave him a parchment
scroll. “I’m giving you
this message you have to bring to the lord of Asgard, Hermes, my trusted man”
the lord of gods explained. The long legged guy nodded. “Consign it to Odin in
person and to him only… You don’t have to fear any danger, because you’re only
the messenger of this scroll..”Hermes vanished
in a while, so incredibly fast as he was appeared. “Take a rest, my
brothers... but, before that… go and call my son, Ares… I’ve sent my answer to
Odin... I refuse his conditions and declare... war”
***
There was a huge
and profligate celebration, underway in shiny Asgard, that day. The brave
warriors of Odin, the invincible Aesir, had decimate the Trolls’ army in revolt
and repelled the survivors down in their wasteland. They didn’t want to murder
all the Trolls, some of them should have stayed alive to offer some other
chances of fighting to the mighty Norse gods, who yearn for fighting above all.
Celebrations for
that glorious victory were occurring since seven days and seven nights, the red
wine was flowing like a river, the wild boar meat was roasting and frizzling on
the embers and the most beautiful women of the Kingdom were gladdening the
moments to the warriors. There was one of
the Aesir only who didn’t take part in the celebration, Heimdallr, the staunch
Heimdallr, to whom nothing could ever hide, the one who can hear the footsteps
of an ant, from a hundred miles of distance, Heimdallr, the guardian of
Bifrost, the rainbow bridge, which links Asgard to the mortals’ earth.Nobody can
approach the Aesir’ dwelling, without being seen by Heimdallr, no one can
overstep his guard. He never sleeps and, if somebody tries to enter Asgard in
spite of Odin’s royal prohibition, he would taste the edge of Heimdallr’s indestructible
sword.While the bards
were declaiming odes to Balder, who killed the highest number of Trolls, and to
the deeds of Thor, who decimated an entire phalanx with a single stroke of his
hammer, Heimdallr opened up the incredibly massive golden gate, so heavy
because it had been forged by the dwarfs with their enchanted metal, and he
crossed the hall with rapid and decisive steps, approaching the all-mighty
Odin. Music ceased in
the entire room, the rowdy voices silenced in a while, the gods’ assemble fell silent. In the immense celebrations’ hall, only
the metallic clang of Heimdallr’s bronze armour resonated in the silence.The guardian god
knelt down in front of Odin, Father of all, who simply looked at him, laid on
his throne.“Mighty Odin, a
messenger from Olympian gods insists to consign you a scroll, a message from
Zeus himself. I asked him to give the scroll to me, but he said he has to
consign it personally to you and you only. I questioned about the content of
the message, but he is completely in the dark about it.”“Let him enter
the hall,” Odin mumbled, lazily.Just like a
flash of light, Hermes darted in the hall, crossed it and stopped at the side
of Heimdallr. The wind was frizzling around him, and his speed could have burned
the air itself.Odin arose on
his feet, he was absolutely ancient but seemed to be a giant, anyway, he
appeared to be invincible. His three crows roosted on his left arm, while the
god, whit his right hand, confident inside the steel gauntlet of his silvery
armour, held the scroll from the thin and perfect fingers of Hermes.He rapidly read
the message with his only healthy eye and his face quickly changed in a dark
look of anger. He ground his teeth, hidden by his full grey beard, while his
cheeks became red as Muspelheim’s inferno, because of the fury which was
raising in his heart and obfuscating his mind.“Kill him,” he
cursed, pointing his finger against Hermes.Losing no time,
the Olympians’ messenger darted towards the huge gate of the hall. He has to
make himself safe, he was fearing for his life, he perfectly knew the Aesir
would have him dismembered.Only a few
seconds before reaching the gate, a lightning bolt devastated Hermes, throwing
him back to the centre of the hall. Thor walked slowly towards him, waving his
legendary Mjolnir, the enchanted hammer, with the enormous anger of a brown
bear.Odin’s other
warriors surrounded him quickly. Hermes was breathing with difficulty, laid down on the cold marble floor, when Heimdallr, who
sees everything, suddenly shouted.“Intruders in
Asgard!”He couldn’t conclude
his alarm, when a powerful warrior, wearing a golden armour, with an hoplite
helm covering his face, jumped in the middle of the Aesir, rotating an
extremely heavy axe. Ares he was, god of war upon Mount Olympus. Not far from
him, Hercules, Zeus’ favourite son, easily lifted two Norse warriors and threw
them on the ground, breaking their spine.“Where did they
come from?” Balder, the loyal one, shouted. “How could they avoid your gaze,
Heimdallr?”"They were
protected by an invisibility mantle, thus they could pass upon Bifrost without
being noticed by me,” the guardian god answered.Ares grabbed
strongly the Olympians’ messenger, holding him with his stony hands. “Nemesis,
bring us to our father.”A beautiful,
disquieting goddess, with a pale, white skin and dark black hair, shot three
arrows from a violet bow, one of them brushed against Ares, who was holdin’
Hermes in his arms, the second one touched lightly Hercules, who was fighting
against the Aesir in his threatening lion skin, the third one wheeled in the
air and touched the goddess herself. Immediately, the Olympians vanished into
thin air, as quickly as they had appeared.“Bastard dogs,”
Thor shouted. “They’ve run away just as cowards.”“They’ve
recovered their fellow,” the valorous Balder said. “They took us by surprise.”“You’ll have
some other chances to fight against the Olympians, my sons,” the Father of all
whispered, although his voice thundered in the great hall with the power of a
storm. “Weìll have to face the greatest and most memorable contest that the
Aesir have ever faced... Zeus, lord of Olympians, dared to challenge my power,
intimating me to surrender and give him my crown and the supremacy I have on my
kingdom. I’ve never laid claim on Zeus’ territories, I’ve always respected his
authority, but the pointlessness of that mangy dog is abnormal as his immense
belly. Madness should have taken his mind. Anyway, this message is an offence
that should be cleaned with his blood and his sons’. If Zeus can not respect
his place, then he’ll no longer have a place to stay. Aesir,” he shouted, “to
the war!”A thousand
strong arms lifted high in the hall, a thousand oaken trunks, a thousand voices
shouted all together, flamed by the pride and the frenzy for the imminent
battle. The bards resumed to sing again, the wine to flow into the warbling
chalices, the celebration started again despite this time it wasn’t to
commemorate an already achieved victory, but to propitiate the next one.
***
A warm wind
lifted up the desert sand and, with it, the remembrance of a thousand of
caravans, warriors and slaves who had fallen among the dunes. A group of old
men, wrapped in their black cloaks, that allowed only the eyes to be seen, went
to the threshold of a small temple of stone, quite dull, severely mediocre, and
yet strangely sinister.
“The Olympians’
messenger consigned the scroll you gave him to Odin, my lord,” one of the
hooded whispered.“Fine...
fine...” a hoarse voice answered, a growl, a sort of howl, from the inside of
the temple. “The seed of war has been planted. Odin is not the only one who can
give orders to the crows. I sent mine to consign to Zeus a false declaration of
war from the Norse gods, then I intercepted Hermes, running on the way to
Asgard, and, thanks to my hypnosis, I put him in trance and replaced the
message from Zeus to Odin with a second declaration of war from the Olympians…”
The tall and
massive figure of a man walked out from the temple to the nightly shadows,
extended outside.“That’s a
brilliant plan, my master…” one of the men in black slurred.“Shut up, you
crawler,” the man growled, approaching to the ray of light coming from the full
moon. Doing that, he revealed to his servants’ eyes his devilish face, the
terrifying muzzle of a black jackal, his iris as red as the still warm blood
flowing out from a body pierced by a sword.“The Olympians
and the Aesir will fight each others, will kill each others, many of them will
fall and a few of them will survive… The Olympians will attack Asgard, which
will collapse from the foundations, or it will be Mount Olympus to crumble
under the Norse gods’ mighty strikes… It’ll be a carnage, anyway, it will be
the end of the world and, once the war will be over, when the survivors will be
too weak and terrified to understand my deceit… I will finally appear from the
dark and conquer their reigns. The Olympians and the Aesir will become sad
relics from the past and their subjects will pay tribute only to Anubis,
Egyptian god of death…”